Una riscrittura del Misantropo di Molière che svela tutta la contemporaneità di un grande classico e ci riconnette con i valori umani della relazione e della comprensione.
regia Marco Lorenzi
con Fabio Bisogni, Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Tronca
traduzione e adattamento Marco Lorenzi
visual concept Eleonora Diana
tecnico di compagnia Luca Guglielmetti
assistente alla regia Yuri D’Agostino
consulente ai costumi Valentina Menegatti
uno spettacolo de Il Mulino di Amleto
produzione A.M.A. Factory
in collaborazione con La Corte Ospitale – residenze artistiche 16-17
Vincitore bando Theatrical Mass Milano 2017
Nei secoli si è detto di tutto sul Misantropo, da disadattato sociale ad antieroe novecentesco, da rivoluzionario anticonformista a scemo del villaggio. Eppure, la vicenda di Alceste e del suo sforzo intransigente di andare oltre l’apparenza ci riconnette con il valore umano della comprensione.
È stato scritto che per fare il Misantropo ci vogliono “una stanza, sei sedie, tre lettere e degli stivali”. Infatti il Misantropo non ha bisogno di forme, semplificazioni o istruzioni per l’uso perché la sua essenza è limpida, contemporanea e dolorosa. Il Misantropo siamo noi con la nostra costante difficoltà di incontrare l’altro di cui, però, non possiamo fare a meno.
La riscrittura è partita proprio da ciò che si aveva a disposizione per raccontare questa storia nel modo più vivo possibile: semplicemente il teatro. Il teatro con la sua incredibile sintesi di vero e falso, di sincerità e finzione, di emozione e convenzione. Il palcoscenico e i camerini sono diventati gli spazi da cui partire per raccontare questa splendida commedia sulla tragedia di vivere insieme.
NOTE DI REGIA - Marco Lorenzi
«La cosa affascinante di un testo come questo è che non invecchierà mai il contenuto, l’analisi dell’essere umano e delle relazioni e l’intramontabile dialettica tra l’io e l’Altro.
La domanda che mi pongo come regista è come posso intervenire sulla forma per fare sì che il contenuto continui ad essere forte e attuale. L’elemento che trovo originale nel Misantropo è che questo testo parla sostanzialmente del rapporto costante tra l’Io e la comunità sociale con cui ci si relaziona ogni giorno. Questo è di fatto quanto accade ogni sera a teatro: ogni sera tra gli attori e gli spettatori nasce una piccola nuova comunità.
È per questa ragione che in questo nostro allestimento prevedo una relazione più attiva con il pubblico, proprio perché questo incontro tra l’io e l’altro da me è una peculiarità del testo che mettiamo in scena.
Trovo affascinante che il Misantropo sia proprio un testo teatrale e non ad esempio un romanzo: perché il teatro è il luogo in cui verità e finzione raggiungono un equilibrio pazzesco, e così ho pensato di sfruttare questa metafora, anche nella resa scenica: il camerino presente nel nostro spazio scenico è il luogo in cui in genere si sta prima di interpretare un ruolo, una “funzione sociale”.
Alceste, il protagonista, in tutto lo spettacolo difende la necessità di una coerenza tra quello che pensiamo e come agiamo o cosa diciamo davanti agli altri. Ecco: il luogo dell’incontro con gli altri è invece rappresentato nel nostro allestimento dal salotto di Celimene, ma è anche il luogo in cui mi trovo a parlare direttamente con gli spettatori. Per questo ho chiesto ai miei attori di lavorare su una recitazione diretta, trasparente, che tenesse presente lo spettatore come altro referente della relazione tra i personaggi.»
18 marzo 2023 – Teatro Al Parco – Parma
20 dicembre 2022 – Teatro Sociale – Pinerolo
4 marzo 2022 – Teatro San Giovanni Bosco – Edolo
3 marzo 2022 – CineTeatro Gobetti – San Mauro Torinese
dal 1 al 3 agosto 2021 – San Pietro in Vincoli – Torino
7 agosto 2019 – Festival delle Nuove Terre – Deiva Marina
6 agosto 2019 – Festival delle Colline Geotermiche – Castelnuovo Val Di Cecina
19 marzo 2019 – Teatro dei Differenti – Barga
15 e 16 marzo 2019 – Officina Teatro – San Leucio
13 marzo 2019 – Teatro Tina di Lorenzo – Noto
dal 7 al 9 marzo 2019 – Teatro Libero – Palermo
dal 19 al 25 marzo 2018 – tournée Circuito Cedac – Sardegna
17 marzo 2018 – Teatro Poliziano – Montepulciano
15 marzo 2018 – Teatro Civico – Varallo Sesia
18 febbraio 2018 – Teatro Milanollo – Savigliano
17 febbraio 2018 –Teatro Civico – Moncalvo
16 febbraio 2018 – Teatro Pertini – Orbassano
15 febbraio 2018 – Teatro Pavarotti – Leinì
14 febbraio 2018 – Teatro Magnetti – Ciriè
dal 6 all’11 febbraio 2018 – San Pietro in Vincoli – Torino
27 novembre 2017 – Casa Teatro Ragazzi – Torino
dal 10 al 15 ottobre 2017 – Campo Teatrale – Milano
19 – 20 marzo 2017 – Teatro Marenco – Ceva
prima assoluta 16, 17 e 18 marzo 2017 – Teatro Bellarte – Torino
anteprima nazionale 14 marzo 2017 – Teatro Herberia – Rubiera
«[...] Lineare ma non superficiale, la lettura di Lorenzi, presente in scena come tecnico “a vista”, o come silenzioso tessitore della trama teatrale, punta dritto nel mettere in risalto la modernità di un messaggio civile ed etico che vede Alceste ed Oronte contendersi l'amata Celimene, sullo sfondo di una comunità umana dai fragili equilibri. [...] Quel che ne scaturisce è un divertente e coinvolgente happening di parole, colori e musica, un rito laico dove la parola molieriana diventa strumento nella definizione di un unicum, formato da attori e pubblico, pronto ad interagire e mescolarsi: il tutto senza mai perder d'occhio un testo divertente e pungente, ma sempre impietoso nello sbattere in faccia verità tanto scomode quanto indiscutibili.»
«[...] Abituati come siamo a vedere sbeffeggiati, in tante commedie, vizi e manie delle realtà contemporanea all’autore o del mondo di ogni tempo, una prospettiva diversa si apre con l’operazione registica di Marco Lorenzi sul protagonista del Misantropo, ovvero rileggere attraverso la lente del dubbio un personaggio come Alceste, rendendo la sete di onestà verso gli altri e verso se stessi non tanto l’oggetto di un tratteggio caricaturale quanto la dimostrazione plastica e a tutto tondo di una parabola etica. [...]»
«In questa versione de Il Misantropo [...] Marco Lorenzi sceglie di tenere alcune forme del linguaggio antico e di introdurre termini nuovi e cuffie e telefonini e popcorn, accanto alla lettera originaria del testo. [...] L’allestimento è agile, minimalista, i cambi sono fluidi, le forme della scena sempre cangianti, come in un caleidoscopio. Il gruppo respira insieme, affiatato senza mai mollare neanche per un istante. Ne risulta che l’attenzione del pubblico è sempre attiva e catalizzata. E se da un lato l’adattamento è “frizzante”, sopra le righe e rispetta il senso del gioco e dei ritmi della commedia, dall’altro vive di emozioni credibili, reali, con le quali gli spettatori entrano in empatia.»
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