Una commedia drammatica ambientata in uno studio radiofonico dove si intrecciano i gravi accadimenti del mondo esterno con le dinamiche dei rapporti tra i conduttori fatti di tensioni, aspirazioni ed entusiasmi
di Hamid Ziarati e Beppe Rosso
regia Beppe Rosso
con Adriano Antonucci, Lorenzo Bartoli, Massimiliano Bressan, Francesco Gargiulo e Barbara Mazzi
scene e luci Lucio Diana
sound designer Massimiliano Bressan
assistente alla regia Ludovica Aprile
tecnico di compagnia Raffaele Arru
produzione A. M. A. Factory
progetto ALCOTRA Italia Francia – MigrAction
Si ringraziano Sara Consoli, Thea Dellavalle e Fertili Terreni Teatro
Lo spettatore si trova immerso in uno studio radiofonico di una stazione radio collegata a un network nazionale – TIN (Turbo Italia Network) – e partecipa al processo di nascita delle le notizie, vere o false che siano, a ciò che sta dietro le quinte e a ciò che nutre economicamente e culturalmente un’emittente.
In un mondo che rischia la deriva, due conduttori, uno stagista, un fonico e un immigrato mediorientale, ex giornalista, sono i componenti di una piccola radio in crisi. La notizia di una bambina siriana che tenta di attraversare il confine con la Francia e le cruciali prese di posizione del governo, sono gli elementi che scatenano un forte contrasto interno di incomprensioni che metterà in dubbio l’intera tenuta delle trasmissioni.
Indubbiamente è una commedia con tutti gli ingredienti comici e parossistici del genere ma contemporaneamente è un testo drammatico per le contraddizioni e gli argomenti che vengono messi in campo: dalle tragedie dei migranti nel tentativo di oltrepassare il confine con la Francia alla presenza di un governo che vuole uscire dall’Unione europea e chiudere i confini, dalla libertà di informazione messa in discussione fino ai dubbi di quali siano i limiti della deontologia giornalistica e il rispetto delle fonti.
La violenza del mondo contemporaneo è affrontata e stemperata in una commedia in cui si parla di noi, delle paure e dei temi cruciali che l’Europa e i suoi cittadini affrontano quotidianamente e della responsabilità che riveste l’informazione. Non è un’indagine bensì un gioco d’attore in cui i personaggi si trovano coinvolti in situazioni enigmatiche e paradossali.
Per costruire il progetto si è ripercorsa la storia del radiodramma che ha visto cimentarsi autori come Dylan Thomas, Durrenmatt, Orson Wells o Samuel Beckett che hanno reso grande il mezzo radiofonico, il più antico tra i mezzi di comunicazione di massa, ma ancora attuale e vivo. Il testo e l’allestimento, nascono all’interno di un progetto più ampio che si è sviluppato attraverso una serialità di 5 puntate che raccontano la trasformazione di un’emittente radiofonica e quella drammatica di un Paese nell’arco temporale di una settimana.
Presentato interamente con successo nella stagione 2020/21 con una nomination per il premio UBU 2021, ora il progetto viene proposto in una nuova veste come spettacolo unico.
NOTE DI REGIA - Beppe Rosso
«Il teatro, si sa, si nutre dei conflitti umani, e qui lo spettatore è immerso all’interno di una piccola radio, collegata ad un network nazionale che lo staff cerca in tutti i modi di tenere in piedi, molte volte alle prese con vicende difficili da gestire e con un mondo esterno che sta cambiando, dove i loro rapporti personali si sfaldano ed entrano in conflitto generando situazioni paradossali e apparentemente senza vie di uscita.
Il testo mette insieme e affronta due universi: quello delle notizie del mondo esterno, informazioni che si devono trasformare in parole che attraversano l’etere e quello delle dinamiche interne di chi la radio la fa.
Tutto il lavoro della messa in scena, registicamente parlando, è stato quello di mantenere un equilibrio tra queste due parti: commedia e aspetto drammatico. Un equilibrio che non tolga nulla alla parte più emozionale e profonda ma nel contempo lasci campo al gioco d’attore e al divertimento, consentendo così agli stati tragici di piombare sulla scena inaspettati e con maggior forza.
E il pubblico assiste a tutto ciò che sta dietro ad una notizia o un progetto di trasmissione, assiste a tutto ciò che non si vede, né si sente, anche nelle trasmissioni radio ora trasformate in video streaming, assiste a ciò che sta prima e dopo la messa in onda.
Si genera così uno spettacolo assolutamente attuale per dinamiche e temi, che mette in scena il mondo di oggi dagli attentati alla chiusura dei confini e i timori che ne conseguono traslati in forma di commedia.
Il testo nasce all’interno di un progetto Alcotra tra Italia e Francia, dove, volendo parlare della migrazione e dell’amore odio che lega i due Paesi, ancor oggi evidente, per non cader nella retorica, si è scelto un punto di vista e di osservazione diverso: quello di una radio, che permette una certa distanza dalle vicende anche se da queste in qualche modo ne è travolta.»
27 gennaio 2024 – Spazio Sant’Anna- Teatro di Comunità – Verbania
dal 24 al 29 ottobre 2023 – Teatro Gobetti – Torino
21 aprile 2023 (I puntata) – Teatro delle Spiagge – Firenze
25 giugno 2022 (I puntata) – La Claque, Teatro della Tosse – Genova
16 settembre 2021 (I puntata) – Casa Cuocolo Bosetti/ Ira Theatre – Vercelli
6-7 novembre 2021 (maratona 5 puntate) – San Pietro in Vincoli – Torino
Dal 25 al 28 ottobre 2021 (V puntata) – San Pietro in Vincoli – Torino
Radio International – Tutto in una settimana 2020 -2021 | 10 puntate online
https://piemontedalvivo.it/onlive/radio-international/
4 ottobre 2020 (I puntata) – Teatro Borgata Paraloup – Paraloup (CN)
Prima assoluta – 1, 2, 3 ottobre 2020 (I puntata); 8, 9, 10 ottobre 2020 (II puntata); 15, 16, 17 ottobre 2020 (III puntata); 22, 23, 24 ottobre (IV puntata) – San Pietro in Vincoli – Torino
«[…] In questo luogo per molti versi misterioso e carico di storia e storie, grandi e minime, è accaduto un piccolo miracolo, dopo i mesi di chiusura dovuti al lockdown e visto lo stato di crisi dello spettacolo e del teatro in Italia. […] I quattro attori in scena, Adriano Antonucci, Lorenzo Bartoli, Francesco Gargiulo e Barbara Mazzi, compartecipi delle tessiture drammaturgiche della pièce, hanno mostrato una straordinaria e quasi abitudinaria immedesimazione con i personaggi della storia.»
«[…] Radio e teatro, infine, così come radio e serialità, manco a dirlo, vivono di uno scambio vivo e fecondo che meriterebbe sicuramente approfondimenti più numerosi; in questo senso il grande merito dello spettacolo diviene allora proprio quello di riaccendere con eleganza l’attenzione su questi legami, rilanciandoli contemporaneamente e mostrando forse proprio in questo modo come, in tempi diversi e più duri del solito, alzare l’asticella in uno sperimentalismo che coinvolga anche i soli contenitori non solo è possibile, ma può restituire stimoli artistici e idee di spettacolo nuove e non forzo se, oltre a pièce pienamente coinvolgenti e indiscutibilmente riuscite.»
«[…] Lorenzo Bartoli, Francesco Gargiulo e Barbara Mazzi sono un team affiatato di giovani attori che si esprimono benissimo sulle corde della leggerezza e riescono ad essere convincenti anche nei passaggi più gravi, restituendo con chiarezza i diversi punti di vista e le preoccupazioni che i testi di Beppe Rosso e Hamid Ziarati cercano di trasmettere. L’idea è molto interessante e l’ambientazione radiofonica, arricchita dai contributi visivi e sonori di Lucio Diana e Massimiliano Bressan, esprime con un taglio dialogico ed emotivo temi contemporanei, con una forte suggestione quasi cinematografica. Uno spettacolo divertente e fresco, ma soprattutto ricco di spunti di riflessione profondi.»
«È molto interessante questa sovrapposizione, questo incastro se vogliamo. Almeno a mia memoria, a parte qualche eccezione, catapultare lo studio in un teatro, dentro un canovaccio teatrale così articolato, non mi pare che sia una cosa che ha precedenti.»
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