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MOBY DICK

Un monologo di trenta minuti sul “Moby Dick” di Melville.

Uno spazio vuoto; il pubblico in cuffia immerso in un ambiente sonoro e un attore che, in un gioco rocambolesco, ripercorre i momenti salienti del romanzo in un flusso di coscienza e ricrea di volta in volta la voce narrante di Ismaele, i discorsi di Acab, il verso delle balene e la caccia. 

Tratto dal “Moby Dick” di Melville

di e con Angelo Tronca

progetto sonoro Massimiliano Bressan

consulenza artistica il Mulino di Amleto

a proposito dello spettacolo

Il monologo propone una meditazione sull’esistenza usando il simbolo come grimaldello narrativo. Tra le tematiche esplorate c’è quella del terrore del bianco: simbolo di infinite possibilità e infinita perdizione. Questo colore, spesso associato alla purezza e all’innocenza, è qui reinterpretato come il simbolo dell’ignoto e del terrore, evocando immagini di stanze d’ospedale che intensificano il senso di angoscia.

Poi la calma; contrariamente alla visione tradizionale della calma come sinonimo di pace e serenità, il testo la presenta come una forza inquietante che precede e nasconde il caos. Questo ribaltamento della percezione comune invita a riflettere sul lato oscuro della tranquillità e della serenità apparente.

Infine la pioggia; descritta come una forza malevola che incita alla resa. Ella sussurra ma il narratore resiste, incarnando la determinazione e la forza di volontà necessarie per affrontare le avversità. Questa lotta contro le forze naturali e del destino si riflette nella figura di Achab, il capitano ossessionato dalla caccia alla balena bianca.

Achab rappresenta l’uomo che rifiuta di arrendersi, che sfida l’inevitabile con un proposito ferreo e una volontà indomita. Achab, con la sua ossessione e la sua vendetta, incarna la perdita dell’individuo in un obiettivo totalizzante, una condizione che lo consuma completamente ma che dà anche un senso alla sua esistenza.

Lo scontro fisico e metaforico tra Achab e l’animale simboleggia la lotta tra la volontà umana e le forze naturali, con Achab che sfida l’inevitabilità del destino con una determinazione feroce. La descrizione dettagliata della caccia e del combattimento evoca immagini di coraggio e ferocia, mentre il cuore della balena, enorme e pulsante, rappresenta la vita stessa che continua a sperare e a lottare.

Una performance che restituisce la profondità, il mistero e la sacralità del “Moby Dick” di Melville, giocando ad evocare scene e situazioni attraverso la mimetica e il suono.

Il corpo e la voce dell’attore al servizio di una storia antica quanto il mondo, feroce come la rabbia di Achab, ostinata come la caccia più affascinante che sia mai stata scritta.

tournée

25 – 26 maggio 2024 – San Pietro in Vincoli – Torino Fringe Festival

18 maggio 2024 – Teatro Argot Studio – Roma